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al testo di Alberto Rizzi
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Il passeggiar di coppie distratto e verso cèntr’urbàno per strade
uno sguardo nemmeno
né d’altrónd’è strano tuo rimaner di giovane seduto su quella panchina quella di faccia ‘l parco…
E questo tu pensi
“Che ci fa una farfalla ancora in volo fra i rami alti di questi alberi, ai primi d’Ottobre? Non ha senso…”
Ed ancora
“Forse non da altri animali discendiamo, ma da alberi: persone che, stanche di vagabondare, hanno improvvisamente esclamato “Qui!”, coralmente, le braccia tese in alto; e così sono rimaste, creando nazioni che noi ora chiamiamo foreste.”
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A tàrd’óra nel pomeriggio il distratto passeggiar di coppie lungo brèvivìe di cèntropaése s’erge qual costante da riconoscer questa nella nostra come in mìll’àltre città
ed alla tua assenza di luoghi segreti ove cercar e sonn’ e quiete al nonvolér te chiudere tua vita nell’imitar d’anziano praticante d’osterie con li sui cart’ e dadi e ‘l su’ gòtt’ammèzzo pieno altro non resta, sai che dei sogni queta dolcità
(tratta dalla raccolta “Luoghi accettati”, autopubblicata nel 2001 e disponibile presso l’autore) |
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